Autore: Inspire

C’è ancora un giudice a Pechino?

Y a-t-il encore un juge à Beijing?

di Norbert Rouland, Professeur à la Faculté de droit d’Aix en Provence, Ancien Membre de l’Institut Universitaire de France.

Norbert Rouland, componente del Comitato scientifico della Rivista, già membro de l’Institut Universitaire de France, e Professeur emerito all’Università d’Aix-Marseille, ha tenuto il 10 febbraio di quest’anno, nell’Università di Montpellier, una conferenza, organizzata dalla Scuola di dottorato «Diritto e scienza politica», su Metodologia dell’antropologia giuridica: amministrare la giustizia in Cina oggi. Pubblichiamo in anteprima esclusiva il testo di questa conferenza (che uscirà in versione italiana sul n. 2/2023), documento prezioso per i materiali di prima mano trattati, che attestano la fiducia e la stima della quale gode uno studioso autorevole come Rouland, testimone di un intenso e vivace dibattito, come quello che si sviluppa oggi nell’ambiente culturale cinese, in particolare in quello accademico, che si mostra sempre meno incline a lasciar filtrare le sue dinamiche in interazione con interlocutori occidentali, particolarmente anglosassoni. A miglior ragione, grazie al proficuo scambio di opinioni e di riflessioni attivato da Rouland con i suoi colleghi cinesi, la Rivista è in grado di intercettare alcuni interessanti e stimolanti aspetti di questo dibattito scientifico-culturale, per quanto riguarda non solo nello specifico l’antropologia giuridica ma anche, nel suo insieme, l’attività e la dottrina dei giuristi, non senza riferimenti a spunti di approfondimento culturale e politico.

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Di seguito il link della Conferenza:

https://umontpellier-fr.zoom.us/rec/share/St1MAQSMKB_jBmifnvwgpL-LXUUg9xosoyp1VXRKqQuZAoSS81FDwp1WxqgLRRy2.BM6YcryvtHezqAZQ

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Pubblicato il 15 febbraio 2023

Editoriale – Un anno problematico

Il 2022 si chiude così come si era aperto: con una guerra. In piena Europa. È stato un anno a dir poco problematico. Ne riflettono idealmente in qualche modo l’urgenza, e l’intensa drammaticità, che sollecita la riflessione storica, e filosofico-politica, oltre alla lettura della nonviolenza sviluppata da Sara Lagi e Nicoletta Stradaioli nel loro lavoro su Aldo Capitini e la nonviolenza: religione, biofilia e omnicrazia, le pagine dedicate da Barbara Troncarelli alle Implicazioni cosmopolitiche e pacifiste del pensiero filosofico-giuridico di Sergio Cotta. Preceduto, in apertura del numero, da L’attualità filosofico-politica di Sergio Cotta. Un invito alla lettura dei suoi Scritti storico-politici, a firma di Pierfranco Ventura, che prosegue una rivisitazione critica dell’ultimo Maestro della Scuola romana di filosofia del diritto alimentata anche in numeri precedenti, questo articolo fa parte di un primo gruppo di contributi di taglio filosofico-giuridico, integrati da quello di Augusto Romano su Dovere di solidarietà e imposizione dei tributi: osservazioni critiche sulla perdurante rilevanza della riflessione di Ezio Vanoni, da quello di Grazia Ciscato, intitolato «Come l’ombra di Banco a Macbeth». La riapparizione del diritto naturale in alcuni critici contemporanei del giusnaturalismo, e da quello di Lorenzo Scillitani intorno a Decisione, motivazione, imputazione. Primi elementi per una teoria generale.

In risposta alla call Il fascismo un secolo dopo. Ma cosa è «fascismo»? si evidenziano gli scritti critici di Massimo Farina su Il fascismo attraverso gli anime: tra Porco rosso e Conan, e di Flavia Monceri su Fascismo e dittatura in Ignazio Silone: contorni di un
modello di ordine politico mai «passato».

Resta peraltro vivo l’interesse suscitato dalla call Tramonto della politica? Tramonto del diritto?, dedicata a Severino, come testimoniato dalle riflessioni di Sante De Santis circa Tecnoscienza e democrazia: per una lettura comparata del pensiero di Emanuele Severino; così come la call su La verità della democrazia, dedicata a Nancy, seguita dagli studiosi con altrettanta attenzione, registra le considerazioni critiche svolte da Myriam Lucia Di Marco nel suo «Democrazia e coesistenza» in Israele alla luce del pensiero di Jean-Luc Nancy.

La sezione Pagine libere si arricchisce di una nota di Daniele Stasi su Polonia senza miracoli. Storia per adulti, di Maciej Górny, di un intervento di Massimiliano Fiorin su nuova destra di governo e questione familiare sullo sfondo della crisi del cattolicesimo politico, e di un saggio a tema agostiniano di Riccardo Ruggero Conti, su Passioni e potere nei libri XIV e XIX del De civitate Dei. Prospettive di ricerca a partire da un’equivoca interpretazione.

Chiude il numero una densa lettura di Ishvarananda Cucco, in forma di recensione a «Polonia restituta» di Daniele Stasi.

Ivo Stefano Germano
Michele Rosboch

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