Calcio e geopolitica: come e perché i Paesi e le potenze usano il calcio per i loro interessi geopolitici

di Francesco De Lisio

Gli studi sul calcio fino alla fine degli anni Novanta, ad esempio come quello considerato una pietra miliare sul genere di Desmond Morris La tribù del calcio (1982), erano prevalentemente circoscritti alle componenti sociali del tifo, alla descrizione del «mito» e alla narrazione eroica.

Questo iniziale disinteresse delle Scienze Sociali verso la geopolitica del calcio è venuto meno all’inizio del XXI secolo, quando si è iniziato a dare rilevanza alle componenti e alle connessioni del calcio con la geopolitica e la geoeconomia, allontanandosi dall’assunto di base che rappresenti solo un gioco. Il calcio si è rapidamente trasformato in un business incontrollato che gli ha sottratto parte del fascino primordiale del confronto sportivo, ma al tempo stesso lo ha reso soggetto industriale e politico. (…)

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Sociologia dei diritti umani: teoria e «applicazioni pratiche»

di Paolo Iagulli

I diritti umani sono oggetto di una letteratura ormai quasi sterminata. Essi hanno rappresentato, del resto, una vera e propria «rivoluzione culturale». Negli ultimi decenni, alla più tradizionale riflessione filosofica su di essi ha fatto seguito quella, altrettanto rilevante, fornita dalle scienze politiche, storiche e giuridiche. Per ciò che riguarda la sociologia, molti anni fa Renato Treves, il padre della sociologia del diritto italiana, faceva notare che il tema dei diritti dell’uomo era stato del tutto trascurato da essa, a cominciare dai fondatori della sociologia del diritto Eugen Ehrlich, Max Weber e Georges Gurvitch. Treves spiegava questo disinteresse attraverso due ordini di ragione: 1) i diritti umani sono un prodotto dell’illuminismo settecentesco, mentre la sociologia e la sociologia del diritto nascono dal positivismo ottocentesco; 2) la sociologia classica è stata per lo più attratta dal diritto oggettivo, che riflette l’immagine della società, piuttosto che dal diritto soggettivo, che si riferisce invece all’individuo, il quale è stato a lungo considerato quasi estraneo alle sue stesse competenze. Proprio Treves, invero, negli ultimi anni della sua carriera, ebbe il merito di promuovere, col decisivo contributo di studiosi quali Vincenzo Ferrari, William M. Evan e Adam Podgórecki, un’interessantissima riflessione sociologica sui diritti umani. Nondimeno, almeno nell’ambito della letteratura italiana, pur essendosi potuti registrare negli anni alcuni specifici contributi, la «sociologia dei diritti umani» inaugurata da Treves e Ferrari non ha avuto certo il seguito che ci si sarebbe potuti attendere. (…)

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