250 anni dalla Rivoluzione americana: portata storica dell’evento e incidenza culturale di lungo periodo

Eventi come la Rivoluzione francese, o come la Rivoluzione russa, trovano da sempre, nell’immaginario collettivo, una eco che va ben al di là degli effetti dispiegati nel tempo in cui si sono consumati. Ben altra sorte è toccata alla risonanza della Rivoluzione americana, che peraltro buona parte degli storici non riconduce nemmeno alla categoria dei fenomeni rivoluzionari in senso stretto. Eppure la ribellione delle colonie nordamericane al dominio dell’impero britannico è stato indubitabilmente un gesto di portata storica rivoluzionaria: la Dichiarazione d’Indipendenza del 1776 è un documento ispirato alle più innovative idee filosofiche dell’epoca – legge di natura, libertà, eguaglianza e diritti inalienabili di tutti gli uomini –, nutrite da incisivi riferimenti a momenti e autori centrali nel pensiero politico occidentale classico; i sorprendenti sviluppi di quella svolta epocale si dispiegano tuttora a livello globale, malgrado le contraddittorie oscillazioni nelle quali fatalmente gli Stati Uniti d’America sono incorsi, nei confronti del resto del mondo come al loro interno.

Scopo di questa Call è di documentare, verificandone la profonda incidenza culturale, le implicazioni di maggior rilievo nelle dimensioni storico-istituzionali, sociali, politiche e geopolitiche, giuridiche a vario titolo interessate.

10 dicembre 2025

Il termine di scadenza per la sottomissione degli articoli, da indirizzare a redazione.rivistapolitica@gmail.com,

è il 4 luglio 2026

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